Ritrovare la propria identità perduta per strada è uno dei compiti che un uomo deve svolgere nella propria vita, in un viaggio che deve compiere da solo. E qui l’uomo viene paragonato a un cavaliere, che prima è bianco e nero e prigioniero, quando non ha la sua identità, ma camminando le vie dei colori ritrova la propria identità, che corrisponde a un colore. Ascoltando la canzone si provano sensazioni difficili da descrivere. Musicalmente è a mio parere una delle canzoni realizzata con una gran ricerca musicale. Infatti si apre con un particolare rullo di tamburi e procede tra musiche tipicamente medievali, eseguite al flauto traverso, che rendono bene l’idea del cavaliere e delle vie dei colori.
Recensito da: Marco Cucaio
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