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ConVoi
Siamo quelli che non sono mai né là né qua vite a metàNoi siamo acqua Siamo quelli che non sono mai né là né qua vite a metàNoi siamo acqua Siamo quelli che non sono mai né là né qua vite a metàNoi siamo acqua, acqua
C’è uno che guarda avantiE come è duro stare in tanti sulla barca del futuroViene via dal sud il vento controMa non c’è un viaggio se non c’è un miraggio che ti si fa incontroSe si va per mare non vuol direChe la promessa di una terra sia davvero poi la terra promessa Isole del
Nato così, cuore di cervoChe batte uguale sia coraggio che pauraSon stato qui libero e servoCoi piedi in casa e con la testa all’avventura Con la mia età stretta tra i dentiE un gusto di rivolta o di rassegnazioneTranquillità di quei perdentiChe la speranza è diventata un’ossessione Illuso o no, ladro di stelleO forse un
Favole, cose tenereMa non so far altroE non ho altro da vendereE anche le nuvole di làVanno in cenere non vaIo non fumo più ma a volte dovrei riprendereSale un mare lungo sopra il lungomarePenso a un mare oltre luci d’oltremare Stelle in polvere, lontanissimeBelle mie, c’avete mica un che da trasmettere?Si è messo a
“Quant’è bella giovinezzaChe si fugge tutta via,Del doman non v’è certezza,Chi vuol esser, lieto sia!” Fuori il cielo più lontano da quello di casaLa finestra senza tende e appena qualche nubeNella coltre di penombra della stanza invasaOcchi dentro gli occhi e sotto pube contro pube. Io neanche vent’anni e tu un po’ più di diciottoMezze
E’ quel che èNon è niente più non è un’altra cosaNon so cos’èMa so che sei tuLa mia stessa sposa Se guardi me e chiediChe cosa c’è ma sì lo vediÈ quel che èNon è meno o più non è spina o rosa Non solo teMa io amo te più di tutto il restoChe come
Sarà come svegliarsi in mezzo a un giorno che non c’eraCome bagnarsi il viso che è di nuovo primaveraE ogni sguardo intorno è una scopertaE sei più sicuro se la porta è apertaE che la semplicitàSembra assai più veraDi una verità sofferta Sarà come tuffarsi in aria e dopo alzarsi in voloCome staccarsi piano per
Quattro mocciosi per la strada era la nostra compagniaE facevamo sega a scuola e il prato era una prateriaSfidarsi a un’andatura brada sui sassi della ferroviaMattine eterne a far la spola tra sala giochi e pizzeria Quattro sfigati dentro un’auto a passo di cavalleriaPrendere a calci il pomeriggio e a sputi la monotoniaUrlare un complimento
Ognuno danza nel suo angoloChe il mondo è come una baleraVite rubate da un grand’angoloStorie di case e di ringhiera I tuoi sorrisi di crepuscoliLungo tramonti di brughieraL’attesa stretta dentro i muscoliE mani stanche di preghieraLe mie figure di funambolo Che cercan sempre una chimeraE si trascina da sonnambuloFino alla fine della fiera Il senso
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