TORINO – Entra in una scena disadorna e, solo alla chitarra acustica, attacca «Yesterday». È tutto un altro film rispetto allo show negli stadi di quest’estate il nuovo «Crescendo» di Claudio Baglioni che ha debuttato ieri sera davanti a novemila spettatori al Palastampa di Torino. È una Baglioni-story (festa per i 35 anni di carriera) per musica e immagini, in cui il puntiglio del geometra (quasi architetto) emerge in tutto il suo gusto dell’allusione, dell’interazione.
Con un originale allestimento al centro della sala, circondato dal pubblico, lo show parte da una situazione «bassa», in senso spaziale e musicale: la cantina, dove i suoni sono grezzi ma vivaci, le luci povere (al neon). Ci si aspetterebbe che il periodo underground proponesse canzoni d’epoca. No, troppo banale. L’assemblaggio è invece tematico con «Noi no», «Fotografie», «Dagli il via», «Ragazze dell’Est», la recentissima «Di là dal ponte». Poi con un gioco di elementi che calano dall’alto alla cantina si sovrappone un soggiorno-cucina, dove i suoni sono meno spartani, i musicisti hanno sedie anziché casse e il padron di casa mette pure il caffè sul fuoco: «Quante volte», «Serenata in sol», «Mai più come te», «E adesso la pubblicità», «Quei due».
Crescendo ancora ecco la star pronta a spiccare il volo da una terrazza-attico, che allude al mitico concerto sul tetto dei Beatles, ove i suoni sono già più alati e sofisticati con «Acqua dalla luna», «Avrai», «Tutto in un abbraccio», «Grand’uomo». Mirabile sequenza di canzoni che guardano con ottimismo al futuro, alla speranza, alla progettualità vista come una delle più alte sublimazioni dell’amore. Protagonista cresciuto, fine delle costruzioni, inizio del concerto vero e proprio con luci, suoni, amplificatori e tutta la costosa sarabanda delle star vere.
Una sequenza tirata al massimo, che si conclude oltre la mezzanotte e mezza, che riunisce le canzoni più universali di ieri e di oggi di Baglioni: «Io sono qui», «Poster», «Sabato pomeriggio», «La vita è adesso», «Via», «Mille giorni di te e di me», «Strada facendo», portando la platea a un coro continuo con un entusiasmo totale e indescrivibile che si ripeterà quasi ogni sera fino a marzo in tutta Italia. Mario Luzzatto Fegiz