Apr 30, 2006
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Baglioni progetta un oratorio

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ROMA – "Con la musica e l’architettura ora combatto il degrado delle periferie urbane. Una sfida necessaria ed affascinante iniziata con un primo progetto dedicato al recupero dei bambini di strada attraverso l’edificazione di un oratorio". Nasce con questo spirito l’opera prima dell’architetto Claudio Baglioni, cantautore tra i più noti, ma da qualche mese anche progettista dopo la laurea conseguita presso la storica facoltà di Architettura di Valle Giulia di Roma.

Un titolo professionale che l’"altro" Baglioni è seriamente intenzionato ad "usare" per il riscatto socio-urbanistico delle aree più depresse delle nostre piccole e grandi città. La cornice dell’esordio di Baglioni nella sua doppia veste di cantante-architetto è Andria (Bari), dove questa sera terrà un concerto di beneficenza per finanziare il nuovo oratorio parrocchiale, da lui progettato insieme ad altri tre colleghi. Canterà i suoi maggiori successi, da "Questo piccolo grande amore" fino all’ultimo cd, "Gli altri tutti qui", ma ci sarà anche grande attesa per quanto dirà in merito al progetto.

Claudio Baglioni, perché un oratorio e perché ad Andria? "Questo progetto è frutto di un sentimento, di tanta voglia di guardarsi intorno, di capire e di dare risposte per aiutare i più deboli. La mia vita è legata all’oratorio, spazio di preghiera, di giochi, di ore e ore trascorse insieme agli amici, di tempo che passa. L’oratorio è il posto dove i ragazzi si ritrovano e crescono insieme. Dove non ci sono, l’alternativa è solo la strada".

Ma perché proprio ad Andria? Lei, romano doc, saprà senz’altro che anche nelle periferie romane c’è tanto da fare. "E’ vero. A Roma, ma in qualsiasi grande o piccolo agglomerato urbano ci sono aree di degrado. E’ lì che rappresentanti delle istituzioni, architetti ed urbanisti, devono guardare con più attenzione. La scelta di Andria è stata casuale. Ci sono capitato nel corso dei viaggi che iniziai a fare nelle città italiane a partire dal 2000. Ad Andria ho conosciuto una figura straordinaria che dedica la sua vita al recupero dei ragazzi delle periferie, don Riccardo Agresti. E’ lui che mi ha fatto capire quanto sia importante edificare nel suo quartiere un luogo di aggregazione per i suoi ragazzi, come l’oratorio. Un paio d’anni fa ho fatto un primo concerto per raccogliere fondi. Ora siamo al secondo concerto col quale speriamo di finanziare tutta l’impresa, tramite anche i contributi del comune, della diocesi e di sponsor locali. Servirebbero 750 mila euro. Ma anche con 500 mila euro possiamo farcela".

Quali sono le linee portanti del progetto? "L’idea di fondo è l’oratorio inteso come luogo di incontro e di ritrovo. E’ frutto di un lavoro progettuale d’equipe fatto con i colleghi Elisabetta Petruzzelli, Michele e Filippo Galentino. E’ un progetto che va a sanare un’area abbandonata. L’oratorio sarà dotato di un campo di calcio, adatto anche per altri sport, di sale giochi, sale ping pong, sale di lettura, una galleria e servizi. Di grande suggestione estetica l’ingresso sul fronte strada, che sarà dominato da un lungo elemento a forma di onda, completamente differente dalle immagini rigorosamente stilizzate e semplici dei palazzi circostanti. Un’onda concepita come immagine del mare che invita, che unisce e che incuriosisce, al di là della quale i ragazzi di Andria troveranno i loro spazi. E’ una sfida che vale proprio la pena vincere".

Fonte: www.repubblica.it

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