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Sì che ti ho riconosciuto qui dagli occhiChe già non vedevano così lontanoQuando un palloncino ti scappò di manoE volò e volasti pure tu Sì sei tu, gli stessi identici occhi miei ma in grandeO forse solo con un po’ di più d’incantoSon cresciuti intanto e pieni di domandeSon rimasti miopi fino a qui Siamo
Io l’ombra che andò viaCosteggiando il muroO restando lìL’uomo che cercòLa sua profeziaDritto nel futuroE poi si smarrì Suono di tam tamIo ci ballo sùDa tutta una vitaFulmineaCome un viaggio in tramChe ti siedi giùÈ il capolinea Io l’onda che si alzòSu dal mare scuroDell’umanitàL’urlo che si udìQuando rimbalzòForte sul tamburoDella libertà Sogno di coleiChe
Tu sei la stellaChe vaga e invaghisceSignora di poesiaTu sei il rimpiantoChe dura e indurisceSorella di nostalgia Tu sei il rimorsoChe incolpa e colpisceAngelo di carestiaTu sei il ricordoChe sfioro e sfiorisceMentre la sera va via Domani che ne è di teDegli occhi grigiDi nuvoleProdighi di prodigiIn fondo agli occhi mieiMi guardo e tu ci
Qui c’è ogni giorno una partenzaMa non aspetto più un arrivoE intanto vivo un’esistenzaSenza data di scadenzaSù Così ho finito la speranzaQuando il mio punto esclamativoPiegò la schiena come un’ansaE interrogativoDiventò Quanto tempo hoPer dire io chi sono o chi fui ioPer correre a vedere chi saròTra l’obbligo e l’oblioGiocattolo di un dioCol nome e
Era uno specchio o un’ecoOd un riflesso di un’assenzaIo sono un vecchio ed uno sprecoIo con gli occhiali, io senza Tra opere e omissioniIo sono il giocatoreChe vita ho fatto maiChe punta ancora un altro ingannoCon tutte le attenzioniSul panno usato del doloreChe non ho avuto maiPer vincere il suo dannoChe non ho dato mai
Accendi questa notte di cristalli liquidiIl cielo è un croceviaDi mille brividiDi satelliti che tracciano segnali nitidiChe seguono la viaDi mondi ripidi Chissà se queste macchine che parlano per noiCi riavvicinanoO ci allontananoQuando sembra di sfiorarsi e invece in mezzo restanoDei ponti levatoiChe non si abbassanoMai Io non sono di quiIo son di passaggioIoSono in
A un tratto il vuotoE tutto fu ignotoLago remoto e immotoDentro meFiore di lotoE dell’oblioCosa c’èIn questo se non io Che cerco un varcoIn questo immenso arcoUn parcoD’aria o un cielo prateriaLo sbarcoSopra l’aldilàUna viaPer l’infinità In un abisso senza termineAllontanarmiVerso me sul culmineLasciarmiA una deriva di animeNuotando nel metallo delle lacrime Dell’universoSommersoE immersoNell’universo Dell’universoSommersoE
Come siamo cambiatiNeanche il passato è piùQuello dei tempi andatiSi sa com’è ma non come fu Le cose stan cambiandoMentre ci cambianoNoi che stiamo ballandoL’ultimo valzer che suonano Non si esce da una storiaChe non esce da noiNelle vie di memoriaLa stessa storia riaccade poi Si abbattono le statueI piedistalli noPerché le cose fatueDi nuovo
Io mi alzaiSù dalla mia immagineCome da un altareE cercaiNella voragineLa terra sotto il mare CamminaiUn deserto aridoTra dirupi e golePoi lanciaiUn cuore impavidoNel cielo dietro il sole TraversaiLabirinti e porticiDelle mie visioniMi lasciaiIn mezzo ai vorticiDi splendide illusioni Io violaiLe bugie dei codiciDel bene e del maleE puntaiA ore dodiciDi un viaggio verticale Sì,
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